Mai come quest’anno le emoji sono state utilizzate per esprimere le emozioni di chi scrive con strumenti digitali. Ormai ce ne sono per rappresentare ogni tipo di espressione facciale o di sentiment, tanto che sono diventate un vero e proprio linguaggio che può essere compreso da chiunque, anche da chi ha provenienza geografica e culturale diversa dalla nostra. Il World Emoji Day ogni anno il 17 luglio celebra questo esperanto digitale che non conosce barriere e cerca di rappresentare anche le minoranze e chi è discriminato. Il lockdown ha determinato un trend particolare: l’utilizzo di faccine per esprimere la situazione che si stava vivendo e quindi la mascherina sul volto, piuttosto che l’arcobaleno per instillare positività o le mani giunte per ricordare chi non ce l’ha fatta. A quanto pare non ci sono limiti d’età: le emoji coinvolgono tutti e di tutti i generi, questo forse è il segreto della loro lunga vita, che come tutti i linguaggi le vede evolversi nel tempo (dai primi semplici segni di interpunzione combinati a rappresentare espressioni facciali ai disegni animati dei giorni nostri) e adattarsi ai cambiamenti sociali e storici.


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