Le Gif non si usano più e, se a decretarlo è la stessa piattaforma che le crea, sembra proprio che sia vero. È stata la stessa Giphy, la piattaforma che funziona come archivio e motore di ricerca di gif, in un documento ufficiale, a dichiarare che le immagini animate sono state centrali per i Millennials ma vengono ritenute “cringe” o “da boomer” dai membri della Generazione Z.

Nate nel 1987 le Graphics Interchange Format sono esplose negli anni ’10 del 2000 grazie ai social network dove venivano ampiamente utilizzate come “reaction gif”, cioè in commenti di risposta a post o messaggi scritti online. L’enorme successo ha spinto molte piattaforme ad includerle nelle loro funzioni e a facilitarne la creazione e la pubblicazione utilizzando servizi come Giphy, appunto.

Gli adolescenti di oggi, però, le collegano alle abitudini dei loro genitori e, la stessa società, in una diatriba derivante dalla richiesta di acquisizione da parte di Meta, si è trovata costretta ad ammettere di vendere un prodotto che non è più “cool”. Il fatto che abbiano dimensioni notevoli nonostante la qualità medio-bassa gioca ulteriormente a loro sfavore nell’epoca dell’immediatezza e della velocità. Per non parlare poi delle polemiche sul razzismo, il cosiddetto “digital blackface”, il fenomeno che utilizza immagini in cui compaiono persone nere con espressioni buffe o drammatiche per fare affermazioni anonime. Insomma il declino è stato causato da tanti fattori che a quanto pare lo renderanno inevitabile e irrecuperabile. E se le Gif sono ormai tramontate a cosa toccherà subito dopo?


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