La messaggistica istantanea nel senso letterale del termine trova realizzazione in Snapchat, la social app più in voga tra i teenager. Snapchat è l’applicazione che invia foto e video che si autodistruggono dopo 10 secondi (in uno “snap”, uno schiocco). Nata come “Pictaboo” nel settembre 2011 dal genio di due studenti dell’Università di Stanford, Evan Spiegel e Bobby Murphy, ha avuto un incremento spaventoso nel 2015, arrivando ad essere utilizzata dal 41% dei giovani utenti Internet (mentre fino al 2013 solo il 13% lo avevano scaricato), e anche se resta tuttora prerogativa del mondo anglosassone sta gradualmente prendendo piede anche in Italia.

La filosofia di Snapchat si basa su tre assunti: “un’immagine vale più di mille parole”, “cogli l’attimo” e “niente è per sempre”. Particolarmente gradito dalla fascia generazionale 16-19enni, il 51% dei quali donne, si propone sempre più come valida alternativa a Facebook soprattutto da parte di coloro i quali vogliono conversazioni private più “sicure”. Non lasciare traccia e inviare messaggi effimeri che hanno una breve durata a chi si desidera (e che si è già iscritto a Snapchat) è il suo punto di forza, come anche quello di modificare immagini o di creare Snapchat Stories, storie o conversazioni composte da più foto o video da condividere pubblicamente o privatamente, che restano visibili per massimo 24 ore. Quest’ultimo strumento è il più utilizzato dai brand, che, soprattutto negli Stati Uniti, luogo di maggior diffusione dell’app, sfruttano Snapchat per fare centro nel cuore dei loro clienti più giovani. I casi di successo sono quelli di importanti catene di food e non solo che hanno utilizzato Snapchat per aumentare l’engagement, permettendo ad esempio ai followers di scaricare un coupon da utilizzare entro 24 ore. Potrebbe essere una strategia di lancio su un social ancora molto poco utilizzato in ambito business che permetterebbe a brand più o meno noti di fare da apripista e dettare le tendenze, ma soprattutto di raggiungere il proprio target obiettivo in maniera mirata.

E se non si tratta di un’app fantasma, come l’elemento scelto come simbolo, sicuramente ne sentiremo ancora parlare. Anche perché nel mondo dell’immediato e dell’effimero, dove è dimostrato che di Facebook in molti non vogliono più saperne, è iniziata la caccia al social che ne prenderà il posto e proprio Snapchat si colloca in pole position. Anche Zuckerberg lo sa e avrebbe già provato ad acquistarla, senza però riuscirci. Risolti un po’ di problemini sulla cancellazione definitiva dei messaggi, che avrebbe mostrato più di qualche falla tra le grinfie degli hacker più esperti, e il fatto che gli adolescenti utilizzino molto questa app per praticare sexting (scambiarsi foto compromettenti) il potenziale di sviluppo è alto. Sarà questo il Facebook del futuro?


#Social Play